Due “Shuttle” sovietici ritrovati abbandonati in un hangar

Dovevano essere l’orgoglio della potenza spaziale russa, invece le due navette Buran giacciono abbandonate e in decomposizione in un hangar a pochi passi dal cosmodromo di Baikonur in Kazakhistan.

A svelare il segreto il giornale britannico Daily Mail che è anche riuscito, attraverso i suoi reporter, a localizzare e fotografare lo stato in cui versano i due “Shuttle” sovietici.

L’ABBANDONO

I problemi economici di quegli anni (siamo più o meno alla fine degli anni Ottanta, inizi anni Novanta), e soprattutto la dissoluzione dell’Unione sovietica, portarono alla cancellazione dell’ambizioso progetto spaziale.

Partiamo dal presupposto che la somiglianza della navetta Buran con lo Shuttle della Nasa non era del tutto casuale. A quell’epoca, infatti, la forma della navetta era considerata la migliore possibile per un velivolo che doveva partire, andare in orbita e poi far ritorno sulla Terra.

Come gli Space Shuttle, i veicoli Buran avevano i motori situati nella parte posteriore, due ali per un atterraggio controllato sulla Terra e simili razzi vettori per la partenza.

Nel ’92, dunque, con il crollo dell’Unione Sovietica il progetto fu cancellato e le navette abbandonate e mai nessuno, fino ad ora, ne ha saputo più nulla.

IL PRIMO ED UNICO VOLO

A dirla tutta però, il 15 novembre del 1988, una navetta sovietica fu lanciata in orbita, a circa 250 km di altezza, grazie a un burster (un razzo) allora denominato Energia. Il Buran rimase in volo quasi 3 ore e mezza, compiendo due orbite complete. A bordo non c’era equipaggio, la missione era completamente automatizzata.

IL PROGETTO DELLA FLOTTA

A quei tempi il piano consisteva nella realizzazione di una flotta di ben cinque navette con un ritmo di 15-20 missioni previste all’anno. Ma tutto ciò rimase solo sulla carta.

I TRE BURAN

All’epoca esistevano tre navette, secondo le versioni ufficiali quelle in fase di assemblaggio vennero smantellate o abbandonate. «La navetta russa è lunga 36 metri e alta 17 con un’apertura alare di circa 23 m. Il razzo vettore Energia è alto 60 metri ed è composto da quattro razzi primari di spinta Fonte Wikipedia». Le immagini del servizio sono state realizzate neppure una settimana fa e le ha scattate il fotografo Ralph Mirebs.

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
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