Entrare in contatto con E.T.non è reato
ASCOLI – Non vide una navicella spaziale ma osservò qualcosa di più particolare. Un’esperienza che lo ha segnato per la vita e che gli ha procurato anche problemi con la giustizia. Ma dopo anni Filiberto Caponi, restauratore ascolano, è stato assolto dall’accusa di procurato allarme e ancor oggi vive nel dubbio e si chiede cosa veramente ha visto quella sera di otto anni fa. «Era il mese di giugno del ’93 e tornando nella mia casa di campagna ad Arquata -racconta- vidi un essere che di umano non aveva proprio nulla. Dopo qualche giorno lo rividi ancora e riuscii addirittura a fotografarlo». Da lì sono cominciati i problemi. Fino a quel momento Filiberto non sapeva neppure lontanamente cosa potesse essere un Ufo, un extraterrestre, tantomeno un alieno, ma in molti cominciarono ad interessarsi a lui. Anche a livello internazionale. All’epoca avvenne tanto di quel trambusto che gli furono appioppate anche diverse accuse, tra cui quelle di notizie false e tendenziose e turbativa della quiete pubblica. Subì anche un processo ma alla fine fu assolto. Solo che le foto che aveva scattato a quello strano essere non volevano proprio restituirle ed allora fu lui a fare causa. Alla fine, dopo cinque anni, quelle istantanee tornarono al legittimo proprietario. «Non ho mai detto di aver visto un extraterrestre -ha detto ancora Caponi-, solo dopo mi resi conto che il mio poteva essere stato un contatto di primo tipo ma tuttora l’evento è avvolto nel mistero ». In effetti all’epoca avvennero fatti davvero strani tanto che qualcuno azzardò l’ipotesi di un incidente astrale sul Vettore: un Ufo caduto sulla montagna. Uno degli esseri spaziali sopravvissuto poteva essere proprio l’essere entrato in contatto con Caponi.
Leave a Reply
Want to join the discussion?Feel free to contribute!