«Forme di vita? Forse su Titano»

Angioletta Coradini, plantologa dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica cosima del Cnr di Roma, delinea gli ultimi studi sui pianeti.

Qual è attualmente il contributo della ricerca italiana nel settore ?

«Il nostro paese ha una notevole tradizione nel campo dell’astrofisica. Quello più specifico della planetologia, è nato in Italia solo negli anni’70, quando l’esplorazione della Luna richiamava in questo settore le menti più brillanti. Il nostro
gruppo ottenne i campioni lunari e da allora si aprì un canale di comunicazione con la Nasa».

Quali e dove i progetti con altri scienziati?

«Collaboriamo con la Nasa per le missioni Cassini e Dawn. La prima ha lo scopo di studiare Saturno e la seconda i due più
grandi asteroidi della fascia principale, Vesta e Cerere. Con l’Esa, invece, contribuiamo alle fasi di sviluppo di un nuovo
progetto. C’è da dire che sono presenti strumenti italiani sulle missioni Mars Express, Venus Express, Rosetta, Cluster,
Sohoe sonoprevisti per le missioni in fieri Bepi Colombo e Solar Orbiter».

Le ultime scoperte sui pianeti. Quali gli “oggetti” più interessanti?
«Le scoperte più recenti riguardano i confini del Sistema solare: la cosiddetta fascia di Kuiper. Gli oggetti presenti sono
denominati Kbo. Dalla scoperta del primo, QB1nel1992,nesonostati identificati un gran numero, di dimensioni che
variano da decine di chilometri a migliaia, come Sedna. I Kbo sono interessanti poiché sono i residui del lontano passato
del sistema solare e potrebbero contenere materiale primitivo, mai differenziato ed alterato termicamente».

Sui satelliti di Giove e Saturno potrebbe esistere una primordiale forma di vita?
«Tra i satelliti di Giove quello che ha destato il maggior interesse, dal punto di vita della ipotetica probabilità di sviluppo
della vita, è Europa, ricoperto da un mantello che ricorda un oceano ricoperto dal ghiaccio… Basta per ipotizzare la vita?
A mio parere no! La quantità di energia che Europa riceve la Sole è molto bassa rispetto alla Terra, e la vita, poter nascere e svilupparsi, ha bisogno di energia. Per quanto riguarda, invece, il sistema di Saturno, solo Titano ove è presente un’atmosfera può essere considerato un candidato».

Quale la percentuale di forme di vita come la nostra nell’Universo?
«Bisognerà attendere le future missioni esplorative, che, forse, permetteranno di identificare nuove “terre” e permetterci di eseguire delle dettagliate statistiche».

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it

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