In viaggio verso il Sole, ecco la missione della Nasa
Data del lancio: 31 luglio 2018. Nome in codice: Parker Solar Probe, scopo della missione: toccare la nostra stella, il Sole. Avvicinarsi a “soli” 6 milioni di chilometri, una zona in cui nessun oggetto terrestre era mai arrivato prima. Fine dell’incredibile impresa: il 14 giugno del 2025.
In estrema sintesi ecco la scaletta della missione Parker Solar Probe illustrata ieri sera dalla Nasa. Una missione che si prefigge lo scopo di studiare da vicino il nostro astro.
(Il video della Nasa)
I TANTI RECORD DELLA MISSIONE
Velocità, resistenza e soprattutto tenacia. L’impresa della Nasa è già da record. la sonda, ad esempio, una volta giunta alla distanza minima dalla nostra stella dovrà affrontare e resistere a temperature dell’ordine dei 1.700 gradi centigradi. Ma per arrivare fino lassù o laggiù dovrà correre spedita ad una velocità pari a un millesimo della velocità della luce, circa 300 chilometri al secondo. Ad essere precisi la navetta terrestre non arriverà sulla superficie del Sole, bensì accarezzerà la cosiddetta Corona solare, quella misteriosa zona dell’atmosfera in cui il calore risulta essere maggiore rispetto alla superficie della nostra stella. La corona è la parte esterna dell’atmosfera solare e si estende per decine di milioni di chilometri. Lo scopo principale della missione è comprendere proprio il perchè di questa anomalia, di questo inspiegabile calore rispetto alla superficie della stella.
IMPRESA IN ONORE DI EUGENE PARKER
La prima impresa dell’umanità verso una stella è stata intitolata all’astrofisico americano Eugene Parker (da qui il nome della sonda). La cerimonia di presentazione si è svolta presso l’Università di Chicago, dove Parker è professore emerito del Dipartimento di Astronomia e Astrofisica. Proprio a Parker si deve il primo studio del vento solare. Nel 1958, quando era un giovane professore (ora ha la bella età di 90 anni) dell’istituto Enrico Fermi dell’ateneo, pubblicò uno studio dal titolo Dinamiche dei gas interplanetari e dei campi magnetici, dove si spiegavano le interazioni tra materia e magnetismo ad alta velocità, elementi che sembravano “fuggire” dal Sole e investire pianeti e spazio circostante del Sistema Solare. Il fenomeno fu poi definito come Vento solare. Un’opera, quella di Parker, che ha contribuito alla conoscenza delle interazioni tra stelle e corpi che ruotano intorno ad esse.
LA PRIMA VOLTA DELLA NASA
«E’ la prima volta che la NASA ha nominato una nave spaziale per un individuo vivente», testo e musica di Thomas Zurbuchen, amministratore associato alla Direzione Scientifica della NASA di Washington. «È una sorta di ringraziamento per l’importanza dei suoi studi. Personalmente -ha concluso- sono molto contento di onorare un grande uomo e un grande scienziato». Anche Parker,presente all’incontro, ha detto la sua: «La sonda esplorerà una zona dello spazio mai toccata prima d’ora. E’ molto emozionante, finalmente potremo darci un’occhiata da vicino per capire come si genera e cosa accade nel vento solare. Ma sono anche sicuro che ci saranno tante sorprese. Quelle non mancano mai».
(Eugene Parker, a lui la Nasa ha intitolato la missione verso il Sole)
PIANETI USATI COME FIONDE
Per raggiungere il Sole la sonda effettuerà un percorso innovativo che la porterà in circa sette anni ad effettuare sette voli ravvicinati di Venere. Nel novembre del 2018 arriverà già a 24 milioni di chilometri, una distanza minore rispetto all’orbita del primo pianeta del Sistema Solare, Mercurio. L’effetto fionda dato da Venere la farà poi avvicinare a 6 milioni di chilometri.
Solar Probe trasporta a bordo una serie di sofisticatissime apparecchiature: spettrometri, strumenti per la misurazione delle onde generate dal plasma solare e una fotocamera per scattare immagini ad alta definizione della superficie del Sole.
Come Icaro si avvicinerà più di ogni altro al Sole, stavolta, però, hanno preso tutte le precauzioni del caso.
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