Nave bloccata in Antartide, 4 ricercatori italiani nelle operazioni di soccorso

Francesco D’Alessio, Giuseppe Camporeale, Paolo Zini eGiulio Esposito.
Sono questi i quattro ricercatori italiani (il primo dell’Inaf, gli altri due dell’Enea e il quarto del Cnr) impegnati nelle operazioni di soccorso in Antartide per la nave russa intrappolata nel ghiaccio. A bordo della Shokalskiy, tuttora stretta nella morsa del pack, ci sono sia ricercatori che turisti. Tutti partecipano alla spedizione intitolata a sir Douglas Mawson che 100 anni fa guidò una delle più interesasanti spedizioni nel Continente bianco.

GLI ITALIANI A BORDO
SULLA ROMPIGHIACCIO AUSTRALIANA

Sulla Aurora Australis, che sta raggiungendo quella russa, viaggiano appunto i quattro ricercatori italiani che per una serie di fortuiti avvenimenti si trovano coinvolti in questa operazione di salvataggio tra i ghiacci.

DOVEVANO PARTIRE
PRIMA SU UN’ALTRA NAVE

«I quattro ricercatori italiani -fanno sapere dall’Istituto nazionale di astrofisica che sta seguendo insieme agli altri istituti scientifici l’evolversi della situazione- dovevavo essere imbarcati sulla nave francese Astrolabe lo scorso 15 dicembre, dopo il loro periodo di permanenza presso la base italo-francese di Concordia dove hanno portato avanti le loro ricerche, nell’ambito del Programma Nazionale Ricerche Antartiche, in campo astrofisico, meteorologico e di chimica dell’atmosfera».

IL RITARDO A CAUSA DEL PACK
Ma le condizioni del pack, che quest’anno è particolarmente esteso intorno al continente antartico, e le condizioni meteo in rapido peggioramento hanno costretto l’Astrolabe ad anticipare la partenza lasciando a Concordia i quattro ricercatori italiani, più un tecnico francese.

LE ULTIME VICENDE
RACCONTATE DALL’INAF

«Grazie alla collaborazione che esiste tra le varie basi presenti in Antartide i cinque membri della spedizione sono stati trasferiti, con un ponte aereo italo-australiano, presso la base australiana di Casey dove sono stati imbarcati sulla rompighiaccio Aurora Australis».

L’EMERGENZA
Ma, a sole 12 ore da loro imbarco, la mattina del giorno di Natale, la nave australiana è stata chiamata a partecipare all’operazione di salvataggio della Akademik Shokalskiy ed è subito salpata alla volta della regione dove è rimasta bloccata la nave russa.

I TENTATIVI CINESI E FRANCESI
Il racconto dei responsabili del centro stampa dell’Istituto nazionale di astrofisica prosegue: «Intanto l’Astrolabe, che stava procedendo verso Hobart per il rimpatrio dei ricercatori francesi, ha invertito la rotta e si è unita alla rompighiaccio cinese Xue Long giungendo già il 28 nello specchio di mare delle operazioni. L’Astrolabe, tra le tre è la più piccola e quindi la meno efficace nell’aprire la strada alla Shokalskiy, è l’unica equipaggiata con un elicottero che potrà servire nelle operazioni di trasbordo dei passeggeri della nave in difficoltà».

Ad ogni modo la situazione a bordo della nave russa non sembra essere così disperata. Membri dell’equipaggio, turisti e ricercatori godono di ottima salute e il loro entusiasmo è alle stelle. Come viene garantito da più parti la loro prigionia tra i ghiacci è agli…….sgoccioli.

written by

dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
Related Posts

Leave a Reply

Want to join the discussion?
Feel free to contribute!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

© Copyright - Enzo Vitale | Journalist and time traveller - Technical assistance by Offerte Internet