Pfm, e ora arriva il musical

Recanati – LI DIVIDE una generazione, ma ad unirli sarà la musica. Da una parte il gruppo italiano più famoso nel mondo, la Pfm, dall’altra una band dai mille colori musicali nata a Milano nel ’99, Le Vibrazioni. Un inedito  connubio  nato dalla mente di Shel Shapiro, direttore artistico di Recanati Forever, che ha voluto sullo stesso palco la musica di due diverse generazioni. Iniziano Le Vibrazioni e prosegue la band di Mussida e compagni. Un concerto di quasi 5 ore che abbraccia progressive, rock e musica anni’ 90.L’appuntamento per i nostalgici e per i giovanissimi e per domani sera alle 21,30. «Torniamo volentieri nelle Marche, l’anno scorso l’esperienza di Ripaberarda  è stata  entusiasmante », ricorda Franco Mussida, chitarra storica del gruppo.

Un successo che si ripete in ogni luogo?  

Sembra essere tornati agli anni  ’70. Significa che la nostra musica è ancora attuale.

Essere andati fuori dagli schemi  i ha ripagato».

E il tour in Giappone? 

«Non credevo ai miei occhi. Ci fermavano per strada e dopo venticinque anni si ricordavano ancora di noi. La prova è stata che i concerti di Nagasaki,  Kioto e Tokio hanno fatto registrare il  tutto esaurito».

Prima di Recanati avete vissuto un altro matrimonio. Il concerto di Voghera insieme agli Yes… 

«Beh lì abbiamo sfiorato l’apotesi. Il gruppo di Anderson è stato il mito di più di una generazione. Insieme ai Jethro Tull, King Crimson, Genesis erano il punto di riferimento del rock romantico».

Ma a proposito esiste ancora il progressive?  

«E’ una definizione che ho sempre lasciato agli altri, preferisco chiamare la nostra musica con un  termine più semplice: immaginativa».

Immaginazione, spirito d’iniziativa e nuovi percorsi non vi hanno messo mai a disagio. Il periodo dei concerti con De Andrè per esempio…

«Non oso ricordare il pensiero dei discografici  dell’epoca. Avevano definito la collaborazione con Fabrizio una sorta di suicidio. I fatti, poi, hanno dimostrato il contrario».

Ma perchè c’è un ritorno delle nuove generazioni alla musica anni ’70?

«I ragazzi ragionano con la loro testa, si guardano intorno e non vedono un granché  Però debbono essere incoraggiati, stimolati. Rispetto alla nostra, la loro vita è più programmata. Il vento del ’68 non ha più spirato».

Ma cosa c’era prima della Pfm? 

«Prima  della Pfm c’erano I Quelli, il gruppo formato più o meno dalle stesse persone che per campare doveva suonare le melodie degli anni ’60, Celentano ed altro. Comunque ci licenziavano lo stesso dopo tre giorni  dovevamo cominciare sempre da zero».

Beh, ora quei problemi sono passati. A quando il nuovo lavoro e di cosa si tratta

 «E’ una grossa, grossa sorpresa. Posso solo anticipare che stiamo preparando un musical. La prima parte è quasi terminata e verrà presentata entro il prossimo Natale. Per la seconda c’è da aspettare ancora un po’».

Per quanto ancora sulla breccia? 

«E’ una cosa che non possiamo decidere noi. nella musica a dire l’ultima parola è sempre il pubblco»

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
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