Quel misterioso segnale astrale da 100 anni luce

Negli anni ’70 A Come Andromeda, lo sceneggiato televisivo tratto da un racconto di Fred Hoyle, riuscì ad incollare allo schermo televisivo 17 milioni di telespettatori. Ma se la notizia di un misterioso segnale proveniente da una stella a 95 anni luce da noi fosse vera, allora i “telespettatori”di questo inconsueto remake potrebbero essere miliardi. Ma andiamo con ordine.

LA SCOPERTA FATTA IN RUSSIA
La scoperta del segnale è di circa un anno fa, precisamente il 15 maggio,  e la  “trasmissione” sembra indicare come provernienza la stella HD 164595, un astro che dista quasi 100 anni luce nella costellazione di Ercole dalle caratteristiche simili al nostro Sole. A dirla tutta, va detto che non si tratta di un astro misterioso in quanto Kepler, il telescopio spaziale a caccia di esopianeti, ha già rivelato nelle sue vicinanze un pianeta delle dimensioni di Urano. ma c’è di più. Gli scienziati ritengono che il pianeta faccia parte di un sistema più articolato e ritengono probabile l’esistenza di altri pianeti di tipo roccioso, simili alla nostra Terra, nella cosiddetta fascia di abitabilità. A captare il segnale sono stati ricercatori russi che lavorano al grande radiotelescopio Ratan-600  sulle montagne del Caucaso.


(Il radiotelescopio russo RATAN-600 sulle montagne del Caucaso)

GLI AMERICANI VERIFICANO
Il Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence) è molto interessato alla notizia visto lo scopo per cui è stato creato, ma ci va con i piedi di piombo. Alcuni anni fa un altro segnale aveva dato speranze che lassù ci potesse essere qualcuno, ma poi il messaggio analizzato ad Arecibo nel 2004 si era rivelato un falso allarme. «Il segnale rilevato dai russi -entra nella spiegazione tecnica  dal suo profilo Fb Massimo Teodorani, astronomo dell’Inaf che ha partecipato al progetto Seti presso l’osservatorio di Medicina a Bologna-, è distribuito su una banda di frequenza estremamente larga, un miliardo di volte più estesa della banda usata tipicamente dal Progetto SETI del mondo occidentale, quindi il segnale, con tutte le sue armoniche, sarebbe diluito e apparirebbe molto debole. Dopo l’annuncio tecnico proprio questi giorni gli astronomi americani dello Allen Array Telescope (ATA) si sono subito messi al lavoro per tentare di confermare il segnale trovato dai russi. E quindi, dato che lavorano a banda molto stretta, dovranno scansionare un intervallo di frequenze molto largo per sperare di trovare il segnale su una banda radio ben precisa: per questa ragione il segnale potrebbe essere meno debole di quanto è apparso al RATAN-600. Per ora gli astronomi americani non possono confermare nulla, e ci vorrà ancora molto lavoro per coprire 1 GHz di banda».

LE DUE  POSSIBILITA’
«Se il segnale fosse confermato -continua Teodorani- ciò non significa che questo debba essere per forza un segnale di tipo SETI. Secondo Seth Shostak, portavoce del SETI americano, il segnale potrebbe essere anche dovuto al fenomeno del “gravitational microlensing” che occasionalmente amplifica di molto un segnale (radio in questo caso) per via della distorsione relativistica della luce ad opera di un campo gravitazionale, oppure potrebbe essere dovuto a mera interferenza elettromagnetica causata da noi. Quindi sono molti i problemi da risolvere prima di dire l’ultima parola vanno stabilite due cose: confermare il segnale; stabilire che cosa esattamente lo causa».

E SE FOSSE DAVVERO ET?
Il professor Teodorani analizza anche l’eventualità più stupefacente, ovvero che si possa trattare davvero di un segnale proveniente da una civiltà extraterrestre. «Se davvero si trattasse di un segnale intelligente -sintetizza ancora il prof-, allora ci sarebbero altre due possibilità. Se il segnale è intenzionale e miratamente inviato al nostro sistema solare allora proverrebbe da una civiltà di Tipo I (di poco più avanzata della nostra). Mentre se il segnale è non-intenzionale, cioè facente parte di un “broadcasting” che invia segnali in tutte le direzioni, allora proverrebbe da una civiltà di Tipo II (in grado di imbrigliare l’energia della loro stella). Infatti la quantità di energia di cui una ipotetica civiltà extraterrestre disporrebbe si identifica in tipologie di energia crescente andando al Tipo I al Tipo III. Infine per avere una conferma definitiva di un segnale extraterrestre intelligente è indispensabile che più radiotelescopi dislocati in differenti parti del mondo ne diano conferma e non uno solo, e che il segnale sia più o meno persistente nel tempo. Un segnale ricevuto solamente per breve tempo va scartato».

(Il grafico del segnale ricevuto dal radiotelescopio Ratan 600
il 15 maggio del 2015)

IL SUMMIT DI ASTRONAUTICA IN MESSICO
Di questo e di altre questioni aperte se ne parlerà il 27 settembre al Congresso internazionale di astronautica che si svolgerà in Messico, nella città di Guadalajara. Il cartellone dell’incontro scientifico è davvero colmo di iniziative. Tra le tante anche quella inerente il patron di Tesla e Space X, Elon Musk. L’imprenditore di origini sudafricane parlerà anche del suo progetto più ambizioso: la colonizzazione di Marte che partirà dopo il 2025.

STELIO MONTEBUGNOLI, MEMBRO DEL SETI ITALIA
Il professor Stelio Montebugnoli è un veterano del Seti. Da qualche tempo è in pensione, ma la sua passione alla ricerca di segnali “interessanti”, come lui stesso li definisce, continua più di prima. «Intanto diciamo che il segnale deve essere riconfermato -spiega il radiastronomo-, considerando il fatto che i colleghi russi non l’ho hanno mai più captato, bisogna andarci con i piedi di piombo. Per ora ci sono varie ipotesi, ripeto ipotesi, come quella dei segnali provenienti da satelliti in orbita o in viaggi verso i diversi pianeti del Sistema Solare. Ripeto, siamo ancora nelle fase dello studio e non si deve assolutamente incorrere in errori come in passato. Oltretutto non è neppure detto che il segnale arrivi da quella stella, potrebbe arrivare da un astro che si trova nella stessa direzione ma dietro HD 164595, oppure nelle sue immediate vicinanze. Insomma -conclude Montebugnoli- attendiamo eventuali conferme».

ATTESA E SUSPENSE
A questo punto non resta altro da fare che attendere, se il segnale proviente dalla stella nella costellazione di Ercole ha davvero un origine intelligente, va verificato in maniera capillare e precisa. Del resto la cosiddetta stella di Tabby, quella sul cui sistema qualcuno ha ipoptizzato l’esistenza di una civiltà, è ancora sotto esame. Ma gli orizzonti si ampliano e sono in molti a credere che prima o poi la conferma dell’esistenza di un’intelligenza aliena sia vicina.

IL PLANETOLOGO MARCHIS: OCCHIO CHE NON SIA IL SEGNALE DI UN FORNO A MICROONDE
Ma sul caso c’è anche chi getta acqua sul fuoco come nel caso di Franck Marchis, planetologo e membro del Seti Institute . Ecco cosa dice: «Il segnale è stato rilevato maggio 2015 e non si è ripetuto da allora. Purtroppo, anche se i protocolli internazionali richiedono di allertare la comunità astronomica per il rilevamento di un segnale misterioso, i russii hanno scelto di non farlo.  Il segnale è stato rilevato da un’antenna dedicata ma potrebbe trattarsi di un errore -continua Marchis-, la qualità di puntamento è incerta e quindi si potrebbe aver catturato quello che chiamiamo un falso segnale “parassita.  HD 164595, la stella ospite, è molto simile al sole (stesso colore, dimensione ed età). E ‘novantuno anni luce dalla Terra e ha un pianeta conosciuto, HD164595 B, che è probabilmente simile al nostro Nettuno. Orbita molto vicino alla sua stella ogni quaranta giorni. Per ora, però, non abbiamo ancora individuato un pianeta simile alla Terra intorno a questa stella, e non credo che ce ne sia uno. Questo è ciò che le attuali teorie sulla formazione dei sistemi planetari ci dicono. Ma non vi è alcun motivo per cui la vita non potrebbe esistere sui satelliti del pianeta gigante presente nel sistema stellare, ma per ora queste sono pure speculazioni.  Infine -conclude ironicamente Marchis-, prima di essere troppo entusiasti, andrebbe ricordato il caso accaduto nel 2015 al Parkes Observatory in Australia. In quel caso il segnale non proveniva da 95 anni luce, bensìda un vicino forno a microonde la cui porta era stata aperta dagli astronomi».

enzo.vitale@ilmessaggero.it
Twitter @enzotvitale  

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
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