Scouts, così si formano i buoni cittadini

Hanno lo spirito dei cavalieri e l’animo dei grandi esploratori. Amano il contatto con la natura e vivono giorno dopo giorno lo spirito del servizio. Nella Zona Picena sono milleduecento tra lupetti, coccinelle, scouts, guide e  api, mentre in Italia sfiorano quota duecentomila. Sono gli scouts, i giovani esploratori dell’Agesci  Associazione guide e scouts cattolici italiani), che vivono il loro impegno anche nel Piceno. Trecento di loro, sabato e  domenica scorsa (quelli compresi nella fascia di età tra i 12 e 16 anni), si sono riuniti per onorare il loro Santo Patrono, San Giorgio, piantando le loro tende nei prati adiacenti alla pista ciclabile. Hanno rinnovato così il tradizionale appuntamento tra feste, preghiera, meditazione e tanta allegria. Chi dovesse immaginarli ancora nel tradizionale luogo comune del ragazzo in pantaloncini corti che aiuta la vecchietta ad attraversare la strada, sbaglia di grosso. Lo Scoutismo è una realtà viva, forte, dinamica. E’ un metodo educativo tra i più sperimentati del mondo. Basti solo pensare che a livello internazionale gli scouts sono diverse centinaia di milioni.

«Il nostro  non è altro che un metodo educativo che tende alla formazione del buon cittadino -spiega Giancarlo Alboini, uno dei due responsabili di zona insieme a Paola Petrucci-. Non vogliamo sostituirci ne’ alla scuola, ne’ alla famiglia. Siamo solo un’associazione che da decenni opera per il miglioramento della società e dei suoi cittadini. Rispetto, servizio verso gli altri, testimonianza, amicizia sono alcuni dei valori che si vivono all’interno dei gruppi. I capi non sono quelli che comandano, ma sono solo dei fratelli più grandi. Fratelli maggiori con più esperienza» «Ad aprire la due giorni -ribatte invece Daniele Ricciotti, aiuto capo riparto del gruppo di Folignano-, è stato un momento di catechesi che ha puntato l’attenzione sulla ricchezza individuale di ciascuno, quale dono per se, ma soprattutto per gli altri. I ragazzi, quindi hanno animato i fuochi serali, presentando le scenette preparate nelle settimane precedenti, mediante l’utilizzo di diverse tecniche di rappresentazione (operetta, cinema muto, cantastorie…. ecc), così da rendere più allegro il momento di incontro ».

La domenica mattina, dopo la notte passata in  tenda, don Dino ha celebrato la Santa Messa, quale momento di comunità e condivisione tra tutti i ragazzi e al termine del pranzo, nel quadrato finale, i migliori e primi classificati dei giochi in programma hanno ricevuto i  remi. Ogni squadriglia ha poi ricevuto lo scrigno consegnato il giorno prima, con su impressa la missione da compiere da ora in poi. Così, re Giorgio ha dato l’appuntamento a tutti al  prossimo anno, rammentando lo slogan conclusivo, quale impegno per la vita di tutti: Siate pronti a scoprire intorno a voi le occasioni di aiuto, donando i vostri talenti alla maniera di S. Giorgio. «Credo sia stato un buon San Giorgio -è stato il commento di un altro capo scouts-, animato soprattutto dall’ambientazione medievale e da ragazzi sereni e tranquilli venuti con lo scopo di stare insieme e vivere due giorni in mezzo alla natura». Per diversi è stata la prima  esperienza del genere. Hanno dormito in tenda, hanno fatto festa intorno al fuoco e hanno osservato il luccichio delle stelle. Hanno portato a casa una bella esperienza e hanno capito, soprattutto, che è possibile essere amici.

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it

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