Sull’astronave dei King Crimson

Spazio. Questa volta spazio.

«Embè, cosa c’e’ di nuovo -direte voi-. Ci ammorbi
sempre con queste storie di astronauti, stelle e galassie. Quindi qual è la novità?».

A dire il vero dico spazio nel senso che intendo allargare gli orizzonti, vado oltre. Insomma ficco il naso più in là e mi addentro in un altro universo, una particolare costellazione dove gli astri sono musica, note e suoni.

Si perche’ sono stato all’Auditorium di Roma e ho incontrato
degli alieni: si chiamano Crimson ProjeKCt. Sono sbarcati direttamente nell’astronave progettata da un altro alieno, Renzo Piano.

Sono entrato in questa particolare navicella che chiamano Sala Sinopoliinsieme ad altri 1.200 fortunati, ma lì, all’ingresso, c’erano tanti altri che volevano entrare. E alla fine ci sono riusciti.

Una volta all’interno ci hanno fatto accomodare e poi loro, i Crimson ProjeKCt, hanno parlato a modo loro. Tre di loro sono extraterrestri datati che hanno voluto dotarsi anche di un nome umano: Tony Levin, Adrian Belew e Pat Mastellotto. Gli altri tre sono giovani, due uomini e una donna, che hanno voluto visitare il nostro singolare mondo: Markus Reuter, Tobias Ralph e Julie Slick.

Sul loro pianeta i primi tre hanno imparato che per sopravvivere a se stessi, per avere una storia e un futuro, debbono rinnovarsi. Inventare sempre cose nuove e, soprattutto, far crescere i giovani.

Per farla breve ci hanno deliziato con suoni indescrivibili, note sublimi, accordi mai ascoltati. Oltre due ore di musica divina. Qualcuno di loro si è pure autocostruito lo strumento e pensa già di commercializzarlo sulla Terra.

A invitare i sei extraterrestri è stato un uomo schizoide del XX secolo, un certo Guido Bellachioma. Un tipo che non ha mai fatto mistero della sua passione Progressiva.

Mesi fa, quando ha annunciato l’arrivo del sestetto dell’altro mondo, nessuno voleva credergli. Ma poi gli hanno detto: «E vabbè se sti alieni  debbono proprio venire, li possiamo ospitare in una saletta: chi verrà mai ad ascoltarli?».

Ma Guido ha insistito e ha voluto uno “spazio” (e daje co sto spazio) più significativo. Alla fine ha avuto ragione perchè lo sbarco extraterrestre dei Crimson ProjeKCt, almeno fino ad ora, è stato l’evento musicale della Capitale.

Ora dall’astronave madre è atteso l’arrivo di un altro alieno, lo chiamanoRobert Fripp. Non si sa dove e quando sbarcherà. Si conosce solo qualche componente del suo equipaggio.

Ma Guido è già lì, pronto ad intercettarlo.

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
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