Una piccola cometa si schianta su Giove: e se accadesse anche a noi?

Uno si trovava in Austria, l’altro in Irlanda ma i due astrofili europei sono stati accomunati da un unico e strabiliante evento: un impatto su Giove.
Gerrit Kernbauer con il suo telescopio da 20 centimetri e John McKeon sono stati testimoni, lo scorso 17 marzo, di un fenomeno davvero incredibile: lo schianto sul pianeta gassoso di un asteroide o una piccola cometa.
Il bagliore dell’esplosione è stato pure registrato dai due studiosi che ne hanno rivelato le immagini (vedere il filmato in basso) .

Per gli astronomi professionisti, comunque, l’evento non è considerato poi così raro. A causa della sua enorme massa, il gigante del Sistema solare attira a se corpi più piccoli e quello del 17 marzo è stato uno dei molteplici eventi che dimostra anche l’affollamento dello spazio nei nostri paraggi.

Dodici anni fa, comunque, sempre su Giove, accadde un altro spettacolare impatto causato, i questa occasione, da alcuni frammenti della cometa Showmaker-Levy 9 che lasciarono profonde ferite nell’atmosfera del gigante gassoso, grandi fino al diametro del nostro pianeta.

Un accadimento, quello dello scorso 17 marzo, che ancora una volta pone lo stesso identico problema: e se fosse accaduto a noi? Se un oggetto celeste del genere dovesse schiantarsi sul nostro pianeta, quali sarebbero gli effetti?
Senza scomodare i disaster movie (sul tema ne esistono tanti, da Deep impact a Segnali dal futuro e via dicendo), va detto che la prospettiva sarebbe alquanto terrificante.

Uno si trovava in Austria, l’altro in Irlanda ma i due astrofili europei sono stati accomunati da un unico e strabiliante evento: un impatto su Giove.
Gerrit Kernbauer con il suo telescopio da 20 centimetri e John McKeon sono stati testimoni, lo scorso 17 marzo, di un fenomeno davvero incredibile: lo schianto sul pianeta gassoso di un asteroide o una piccola cometa.
Il bagliore dell’esplosione è stato pure registrato dai due studiosi che ne hanno rivelato le immagini (vedere il filmato in basso) .

Per gli astronomi professionisti, comunque, l’evento non è considerato poi così raro. A causa della sua enorme massa, il gigante del Sistema solare attira a se corpi più piccoli e quello del 17 marzo è stato uno dei molteplici eventi che dimostra anche l’affollamento dello spazio nei nostri paraggi.

Dodici anni fa, comunque, sempre su Giove, accadde un altro spettacolare impatto causato, i questa occasione, da alcuni frammenti della cometa Showmaker-Levy 9 che lasciarono profonde ferite nell’atmosfera del gigante gassoso, grandi fino al diametro del nostro pianeta.

Un accadimento, quello dello scorso 17 marzo, che ancora una volta pone lo stesso identico problema: e se fosse accaduto a noi? Se un oggetto celeste del genere dovesse schiantarsi sul nostro pianeta, quali sarebbero gli effetti?
Senza scomodare i disaster movie (sul tema ne esistono tanti, da Deep impact a Segnali dal futuro e via dicendo), va detto che la prospettiva sarebbe alquanto terrificante.

Facciamo qualche esempio. Un sassone di 10 chilometri di diametro provocò l’estinzione dei dinosauri e di altre migliaia di specie animali e vegetali.  E ancora, secondo un recente studio della Stanford University, 3,26 miliardi di anni fa il nostro pianeta avrebbe subito un altro cataclisma.  All’epoca, infatti, un asteroide della larghezza tra i 27 e i 50 chilometri (quindi circa 3-5 volte più grande della roccia che spazzò via di colpo i dinosauri) avrebbe lasciato sulla crosta terrestre una ferita di 500 chilometri di diametro, meno della distanza tra Roma e Milano. Ecco come gli scienziati che hanno condotto lo studio illustrano la situazione dopo l’impatto:  «ll cielo sarebbe diventato rosso fuoco, l’atmosfera sarebbe stata riempita con polvere e la superficie degli oceani sarebbe entrata in ebollizione. Ora finalmente sappiamo quanto questo masso era grande». Per rendersi conto di quanto possa essere stato violento l’impatto di questo sassone cosmico, va detto che il killer dei dinosauri ha rilasciato un’energia  più di un miliardo di volte delle bombe che distrussero Hiroshima e Nagasaki ma quello avvenuto oltre tre miliardi di anni fa sarebbe stato molto più distruttivo. Tracce di questa incredibile esplosione sono state trovate in Sud Africa, a Barberton Greenstone Belt, un’area 100 chilometri di lunghezza e 60 chilometri di larghezza che si trova ad est di Johannesburg, vicino al confine con lo Swaziland. Essa contiene alcune delle rocce più antiche del pianeta.

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
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