Uno spazioporto in Italia: accordo con la Virgin Galactic

Le aurore boreali su Giove? Una visione mozzafiato degli anelli di Saturno? La scoperta degli oceani ghiacciati su Titano? Niente paura, l’agenzia di viaggio ha già pronti i depliant. Un’agenzia del tutto particolare visto che si tratta della Nasa. Pare che l’ente spaziale americano, infatti, abbia già disegnato le locandine turistiche dei futuri viaggi turistici nello spazio. Per ora solo fantascienza, ma tra pochi anni quello che era stato un sogno o la trama di un film, potrebbe diventare realtà. Nell’agone entra anche il nostro Paese perchè pochi giorni fa tra la Virgin Galactic di sir Richard Branson e il Centro Spaziale Altec di Torino (società partecipata da Thales Alenia Space e Agenzia Spaziale Italiana) è stato firmato un accordo per la sperimentazione di voli suborbitali nel nostro Paese.

LO AVEVAMO SCRITTO A LUGLIO
A inizio luglio avevamo scritto che l’idea di realizzare uno spazioporto italiano era lì lì per essere messo in cantiere. Si era anche indicato la zona: una località del Meridione o del Centro Italia. Un altro tassello al progetto l’aveva aggiunto due anni fa l’astronauta italiano Roberto Vittori  annunciando la collaborazione tra l’Enac e la Federal Aviation Association americana sui voli commerciali aerospaziali. L’obiettivo dichiarato era quello di: «avviare la sperimentazione di navette spaziali suborbitali anche per il trasporto merci e passeggeri per abbattere notevolmente i tempi di collegamento tra Stati Uniti e altri continenti». E poi, dulcis in fundo, il progetto tra l’Ente Nazionale Aviazione Civile (Enac), l’Agenzia federale degli Stati Uniti per l’Aviazione (Faa) e l’Agenzia spaziale (Asi) di pianificare lo studio di una struttura in grado di supportare i voli suborbitali del futuro, capaci cioè di collegare, ad esempio, Roma e New York in un’ora, ma soprattutto creare un vero e proprio polo del turismo spaziale del futuro.

TEMPI MATURI: ECCO L’ACCORDO
A quasi sei mesi di distanza si è andati ancora avanti  e dunque Caltec e Virgin Galactic «valuteranno congiuntamente le opportunità operative da uno spazioporto Italiano per l’azienda spaziale a stelle e strisce, per eseguire voli sperimentali suborbitali -si legge nel documento siglato-, addestramento astronauti e piloti, scopi didattici e turismo spaziale. «Avevamo questo appuntamento a fine luglio e poi ci siamo rivisti ancora -precisa Vincenzo Giorgio -Ad di Altec- e ora siamo nelle condizioni di intraprendere attività innovative di sperimentazione spaziale in campo scientifico, di ricerca ed addestramento da uno spazioporto Italiano. Probabilmente i primi turisti spaziali partuiranno entro due o tre anni, ma saremo più precisi tra non molto. Di sicuro abbiamo bisognop di luoghi scarsamente abitati e con un clima particolare, caratteristiche che si possono trovare nel Meridione». Sardegna? Puglia? Oppure Sicilia? I luoghi rimangono ancora top secret, ma la ricerca è già iniziata.

(Sir Richard Branson, patron della Virgin Galactic)

L’AGENZIA SPAZIALE ITALIANA IN PRIMA FILA
La collaborazione tra la Caltec e la Virgin Galactic -si legge nel comunicato dell’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, parte dall’utilizzo del sistema di volo spaziale Virgin Galactic, ovvero la navetta Space Ship Two ed il suo velivolo vettore, WhiteKnight Two. Si tratta di un sistema di volo a stadi; il White Knight Two costituisce il primo e decolla da un aeroporto convenzionale trasportando la SpaceShipTwo fino ad un’altezza di circa 15.000 metri, prima di rilasciare la navicella e consentirne l’accensione del motore a razzo che la porterà alla programmata quota operativa. L’accordo include anche la realizzazione di un apposito spazioporto sul territorio italiano, che sarà probabilmente realizzato a partire da un aeroporto esistente. «Questa innovativa cooperazione -ha spiegato il presidente Roberto Battiston- rappresenta un riconoscimento della lunga tradizione  e dei successi dell’Italia in campo spaziale e pone le basi per un nuovo approccio commerciale per la ricerca in microgravità e per l’addestramento degli astronauti.  L’Italia è all’avanguardia nella nuova ‘space economy’ che renderà lo spazio accessibile ad una sempre maggior quantità di persone».

CI SONO ANCHE TRE TURISTI SPAZIALI MILIONARI ITALIANI
Anche se sono ancora avvolti nel più fitto mistero, l’unica cosa certa dei tre facoltosi italiani che anni fa avevano prenotato il volo da 250 mila dollari sulla navetta della Virgin Galactic, era la seguente: si tratterebbe di tre imprenditori di grido. Lo aveva detto all’epoca Seth Snider, referente per l’Italia della società di Branson. Prima dell’incidente di Space Two, avvenuto alla fine di ottobre del 2014 e che era costato la vita a uno dei due piloti della navetta, il numero dei primi passeggeri si era attestato a circa 700. Ricchi, ricchissimi localizzati in tutti i luoghi del globo. «Sì, questi passeggeri di lusso provengono dai cinque continenti, meno che dall’Antartide –aveva scherzosamente detto Snider – e tre di questi futuri turisti spaziali sono proprio italiani. Tre imprenditori, di più non posso dire». Ma come funziona la prenotazione per un viaggio così particolare?
«Ci sono due possibilità -era sempre Snider a parlare-: un deposito iniziale o il pagamento dell’intero importo dei 250 mila dollari. Naturalmente chi opta per la seconda possibilità si imbarca prima». Nella clausola anche la possibilità di recesso: «In qualsiasi momento il passeggero può rinunciare al contratto. Non potrà più farlo al momento che gli verrà indicata la data di partenza, data che noi riteniamo di comunicare sei mesi prima circa».

IL FUTURO PRESENTE
Per i comuni mortali di questo pianeta, dunque, è richiesta pazienza. Tanta. Per adesso posti a sedere solo per una manciata di Paperon de Paperoni e Rockerduck sparsi nel pianeta. Ma non bisogna disperare: come per auto, telefonini, voli aerei, all’inizio prerogativa di pochi, anche per i turisti dello spazio si annunciano tempi meno grami: la Virgin è lungimirante, sir Richard Branson è deciso: punta anche ai voli low cost!

(Una locandina immaginaria di un viaggio su Venere immaginata dalla Nasa)

enzo.vitale@ilmessaggero.it
su Twitter @enzotvitale

written by

dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
Related Posts

Leave a Reply

Want to join the discussion?
Feel free to contribute!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

© Copyright - Enzo Vitale | Journalist and time traveller - Technical assistance by Offerte Internet